Berlusconi passato alla storia

Lunedì3 maggio 2010 - ore 17,30

 

Siamo lieti di presentare il volume

 

BERLUSCONI PASSATO ALLA STORIA

 

di Antonio Gibelli

 

Donzelli editore    

   

Palazzo Pitto Cambiaso Centurione

Sala Società Casasco & Nardi- Spedizioni Internazionali marittime aeree

 

piazza Fossatello, 3 - Genova

 

 

Saluto

  

Giovanni Grimaldi, Presidente La Maona

  

Gian Luigi Ravera,a.d. Società di spedizioni Casasco & Nardi

 

Interverranno

 

Carlo Rognoni, senatore

 

Stefano Monti Bragadin, docente, Università di Genova

 

Moderatore

 

Giuliano Galletta, giornalista, “Il Secolo XIX”

 

Consuelo Pallavicinileggerà alcuni brani tratti dal volume

 

 

Sarà presente l'autore

 

È legittimo parlare di «età berlusconiana» allo stesso modo in cui si parla di «età crispina» o di «età giolittiana»? E quando comincia questa età?Quali ne sono i precedenti, lo svolgimento, i connotati fondamentali? Quali il bilancio e il possibile epilogo? A queste domande tenta di dare risposta il saggio di Antonio Gibelli. Lo fa adoperando il linguaggio – ricco di dettagli ma orientato alla sintesi, valutativo ma non animoso, denso di elementi di analisi ma attento alla narrazione – che si dovrebbe adoperare in una lezione di storia: il cui scopo è far capire in cosa un protagonista e un momento sono simili ad altri, e in cosa invece sono diversi. Nel sapere storico, porre bene gli interrogativi significa aver fatto un passo avanti decisivo nella comprensione del passato, anche quando si tratta di un passato che si inoltra nel presente e si dipana di fronte a noi. Egli immagina di dover raccontare ai suoi studenti, in un breve corso sulla storia d’Italia dall’Unità a oggi, gli ultimi quindici anni. «Dando un nome» a questo ultimo quindicennio, legittimando l’idea che Silvio Berlusconi possa pretendere di «intestarsi un’epoca». Dando prova di qualità non comuni (a cominciare dalla tenacia), in contrasto con l’apparente modestia della sua figura, il leader lombardo ha portato al potere la destra proprio nel momento in cui essa sembrava debole, scompaginata e priva di riferimenti. Berlusconi ha tentato di plasmare lo Stato a sua immagine e a misura dei suoi interessi personali. Così facendo, è riuscito a essere il capo vincente e indiscusso di una fazione; non altrettanto un leader capace di governare il Paese. E nel suo insieme, l’Italia berlusconiana, proiettata ormai fuori della sua storia postbellica, appare teatro di un esperimento di democrazia autoritaria, che logora gli equilibri istituzionali della compagine nazionale, minaccia i suoi fondamenti costituzionali e rischia di mettere in discussione le sue tradizioni civili.

 L'autore 

Antonio Gibelli insegna Storia contemporanea all’Università di Genova ed è membro del comitato scientifico dell’Historial de la Grande Guerre di Péronne (Somme). Ha dedicato numerosi volumi alla storia della Grande Guerra, tra i quali La Grande Guerra degli italiani (1998; seconda edizione Bur, 2007, Premio Acqui Storia) e L’officina della guerra. La Grande Guerra e le trasformazioni del mondo mentale (1991; terza edizione Bollati Boringhieri, 2007). Ha inoltre scritto Il popolo bambino. Infanzia e nazione dalla Grande Guerra a Salò (Einaudi, 2005) e curato l’edizione italiana in due volumi dell’Encyclopédie de la Grande Guerre (Einaudi, 2007).


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